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Vivere davvero: la ricerca di un significato

Severino Cirillo 

Capita di chiederselo: com’è vivere davvero? Perché diciamocelo, la gran parte delle nostre vite non è nemmeno lontanamente accostabile alla vita ideale che vorremmo.

Ci piacerebbe poter usare il nostro tempo come vogliamo, incontrare le persone che desideriamo ogni volta che vogliamo, guadagnare abbastanza da non dover più pensare al lavoro… quasi mai, la nostra vita coincide con tutte queste idee.

Allora come possiamo fare per vivere davvero?

Come si deve vivere la vita?

Se incontri qualcuno che ti dice di sapere come si deve vivere la vita, scappa: è un ciarlatano. Ognuno ha le sue idee e nessuno ha la risposta definitiva. Ci sono certamente degli indizi su cosa renda una vita migliore di un’altra e sono abbastanza evidenti da parlarne senza troppi problemi. Ma da lì a credere di avere una soluzione definitiva ne passa…

E allora come si deve vivere la vita? Proviamo a guardare un attimo le cose importanti da sapere. Andiamo alle basi della nostra umanità e cerchiamo di comprendere cosa ci fa stare bene e cosa non lo fa.

Essere amati, amare, stare insieme, socializzare, giocare, creare cose nuove, aiutare gli altri, imparare cose nuove, avere un impatto positivo sul nostro ambiente: queste sono tutte cose che ci fanno sentire meglio, come esseri umani.

Allo stesso modo, ci sono cose che ci fanno universalmente stare male: subire e dare violenza, mancanza di libertà, stress cronico, malattie, relazioni tossiche, paura.

Sono sicuro che se tu decidessi di spendere 10 minuti della tua vita a separare in due campi ciò che è bene e ciò che è male, avresti molte idee – non tutte, ovvio – ben chiare.

E allora, se questa direzione ci viene indicata chiaramente dalla nostra biologia e dalla nostra storia, perché ci risulta così difficile vivere davvero?

Come si vive nel qui e ora?

Diventa per noi difficile perché ci stacchiamo dal presente. Ci stacchiamo SEMPRE dal presente. I più bravi di noi sanno come entrare in uno stato di flow, oppure riescono a mantenere il focus su qualsiasi cosa stiano facendo. Ma una cosa così semplice e naturale è diventata quasi impossibile nel mondo di oggi che è fatto sostanzialmente di distrazioni on demand.

Non siamo più abituati ad annoiarci, non siamo più abituati a pensare con fatica e a lungo, pochi di noi hanno la disciplina di mantenere l’attenzione su qualcosa per più di qualche minuto.

Questo è un enorme problema, perché non siamo più capaci di fermare il flusso di pensieri e tornare al presente. Come si può fare per risolvere? Ci sono naturalmente metodi pratici, come la meditazione, l’esercizio fisico oltre i nostri limiti di comfort, il camminare nella natura, ma senza attaccare i principi sono solamente dei palliativi.

Innanzitutto bisogna capire perché il presente è importante e cosa ci porta o nel passato (rischiando di portarci a rimpianti o depressione) o nel futuro (acuendo il nostro senso di ansia e di paura del futuro).

Il presente è importante perché è presenza, appunto, e azione pura. O attenzione pura. E i nostri sistemi sono ottimizzati per il benessere quando siamo in questi stati. Quando non lo siamo, il nostro cervello comincia a cercare minacce intorno a noi (non ci possiamo fare molto, è come siamo programmati da 300000 anni).

Si attiva dunque il default mode network che, anche se definisce a livello di storytelling la nostra identità, è anche un rompipalle. Per capirci, è quella voce (o quelle voci) che senti sempre dentro la tua testa. Si attiva OGNI VOLTA che non sei nel presente.

Come si resta, dunque nel qui e ora? Agendo, meditando ed entrando nel flow, facendo attività che ci piacciono e che sono abbastanza impegnative per tenerci concentrati con costanza.

Vivere davvero

Cosa vuol dire vivere davvero?

Qui potrebbe venir fuori qualcosa che ti sembrerà arroganza. Facciamo dunque un passo indietro ed evitiamo il problema. Immagina qualcosa di questo tipo.

Una persona si sveglia, troppo presto perché deve andare a fare qualcosa di cui non gli interessa nulla, per quasi tutto il giorno, per guadagnare dei pezzi di carta (pochi) che arbitrariamente gli permettono di comprarsi da mangiare e di ricomprarsi il suo tempo per un paio di settimane all’anno.

La vita di una marea di persone.

Quanto significato c’è nella vita di questa persona? Qual è l’apporto di questa persona al suo mondo e a quello più ampio, se lo confrontiamo con le risorse che questa persona deve utilizzare anche solo per rimanere in vita?

Lo so: purtroppo questa è la situazione in cui vive una stragrande maggioranza di persone. Obbligate a spendere due terzi della propria vita a fare cose senza senso, per guadagnare una miseria che gli permette di pagarsi il tragitto per andare a fare quelle cose senza senso.

Non è la totalità, ma sono tanti umani ad essere così ed è un peccato: quanti artisti, quanti geni, quanti insegnanti, quante persone stiamo perdendo a causa di questa impostazione?

Ora, vivere davvero è una scelta di coraggio. Scegliere di essere felice è una scelta consapevole e che richiede lavoro e allenamento. E richiede anche, spesso, di andare alle radici di quella non-vita e cambiarla dalle fondamenta.

Vivere davvero significa essere a pieno se stessi, esprimersi con onestà di pensiero, prendersi la responsabilità delle proprie parole e azioni e avere il coraggio di non adeguarsi a situazioni che non sono adatte a noi. Vivere davvero significa valorizzare la nostra unicità, che è l’unico valore che possiamo contrapporre alle altre persone, perché nessuno potrà mai essere noi.

E così, allo stesso modo, noi non possiamo essere nessun altro. Per questo sopravvivere, vivere a metà o accettare di portare i vestiti di qualcun altro, nella vita, è una scelta fallimentare.

Chi sono veramente?

Prenditi un giorno, un mese, un anno della tua vita, per scoprire un po’ di risposte a questa domanda. Sì, ho detto un po’, perché non troverai mai una risposta univoca: dentro di te ci sono tanti te, ognuno che va messo in carica nel momento giusto e che sono tutti, in fondo, te.

Ma se non ti prendi il tempo di cercare di conoscerli, non scoprirai mai cosa significa vivere davvero.

Cerca di riprendere in mano i tuoi desideri più profondi, le tue idee vere, la tua immaginazione e i tuoi sogni.

Faccio chiudere questo articolo a qualcuno che non avrei mai pensato… al papa.

Proprio oggi, mentre scrivo, ha dichiarato: “Non siamo al mondo per sopravvivere, ma perché a tutti sia consentita una vita degna e felice.”

Questa è la nostra missione.

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