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Invidia: 7 domande per eliminarla

ilseve 

Parliamoci chiaro, siamo passati tutti dall’invidia. Qualcuno ha qualcosa che noi non abbiamo, o non possiamo permetterci. Qualcuno che odiamo porta a casa i risultati che noi non riusciamo a portare a casa.

Guardiamo le vite degli altri, magari su social come Instagram, e ci ritroviamo a pensare che sono tutti belli e hanno molto più di successo di noi. È normale.

È inevitabile sentire quella leggera emozione strisciante quando vediamo che qualcuno che non ci piace riesce a ottenere qualcosa che noi fatichiamo a raggiungere. Ma c’è una via alternativa. Intanto cerchiamo di capire perché è inutile essere invidiosi di altre persone.

Perché l’invidia è inutile

Prova a pensare a Pippo Baudo. Lo so, è strano, ma Pippo è sempre un buon esempio per ogni cosa. Se non conosci Pippo, è perché sei troppo giovane, ma è un motivo in più per imparare chi è, e pensare a lui.

Baudo è forse il più grande e conosciuto presentatore della televisione Italiana, riverito da tutti. Sicuramente non piacerà a tutti, ma se segui me, la probabilità che Pippo Baudo sia una persona completamente neutra per te è molto alta. Non te ne frega niente di lui, nonostante sia famosissimo.

Ecco, Pippo è una persona esemplare per ciò di cui ti voglio parlare oggi. Ha raggiunto il massimo successo in televisione, è un personaggio particolare, popolarità massima: eppure tu non lo invidi per niente.

Se lo invidi per qualcosa, ti prego di scrivermi direttamente perché sono curiosissimo di sapere per cosa.

Eppure lui ha raggiunto un punto altissimo di successo nel suo campo, grande notorietà, ricchezza e anche, perché no, potere.

È un soggetto che potremmo tranquillamente invidiare. Ma invece ti è neutro: e questo è un buon segno. Significa che, se stai invidiando qualcuno, il problema è diverso da quello che penseresti in prima battuta.

lo sguardo di chi prova invidia

Invidia è rabbia con noi stessi

Principalmente, quando ci troviamo a provare invidia verso qualcuno, siamo arrabbiati con noi stessi o delusi da qualche nostra scelta o mancata scelta. Per questo, ogni volta che vediamo questa o quella persona che suscita la nostra invidia, ci sale la scimmia e odiamo l’universo.

Ma la scimmia è dentro di noi e dobbiamo capire che ci sta solo dicendo una cosa: io sento di meritare quello che ha quella persona.

Ammettiamo che questo sia vero… ovviamente non lo posso sapere perché non ti conosco e non so chi invidi in questo momento. Ma ammettiamo che tu davvero ti meriti quello che ha quella persona. Facciamo a questo punto una breve analisi.

Persona X ricopre un ruolo che vorresti avere tu. Questo ti fa arrabbiare e ti crea invidia. Quando questo succede, poniti le seguenti domande:

  • Conosco precisamente il percorso che ha portato questa persona in questo ruolo?
  • Conosco la storia personale di questa persona?
  • Conosco le persone che possono averlo aiutato a raggiungere questa posizione?
  • Conosco le interazioni che ci sono state all’interno di queste relazioni?
  • Conosco le abitudini giornaliere di questa persona?
  • Ho un percorso di studi e competenze equivalenti a questa persona o superiori in TUTTI i campi in cui questa persona agisce?
  • Conosco quanto tempo e quante risorse economiche questa persona ha speso per arrivare lì?

Queste domande non sono casuali e nascondono la soluzione stessa a questa invidia.

Una versione variabile di queste domande può essere anche la chiave per sbloccare la tua invidia nei confronti di altre persone in qualsiasi situazione. Perché quell’invidia nasconde altro: nasconde frustrazione, senso di fallimento e rabbia per non essere dove si vorrebbe essere.

La mia invidia.

Posso raccontarti brevemente le poche volte (poche?) che ho provato io invidia nella mia vita. Principalmente le mie invidie trattavano i seguenti temi:

  • Donne
  • Calcio
  • Soldi

Quando ero molto giovane facevo fatica ad avere relazioni con le ragazzine: c’era qualcosa che evidentemente mi mancava, mentre altri senza sforzo avevano tutto ciò che desideravano. Eppure io ero gentile, romantico e tante altre cose. Però tutte le ragazzine stavano con altri, che avevano qualità diverse dalle mie. Loro spiccavano, io ero insapore.

Per quanto riguarda il calcio, era impensabile per me vedere giocatori “scarsissimi” giocare in serie A. Io che segnavo 6 gol a stagione direttamente da calcio d’angolo non capivo che cos’avessero quelle persone per giocare e prendere milioni, mentre io ero in grado di mettere il pallone dove volevo… ma non sempre.

Per i soldi… mi sono sempre mancati, quindi ogni volta che vedevo persone permettersi cose che non potevo permettermi io, mi incazzavo come una bestia: perché loro sì e io no?

Poi, piano piano, le cose sono diventate chiare. Nel primo caso, io non avevo una personalità ben formata e non ero in grado di esprimerla liberamente. Nel secondo caso, i giocatori di Serie A sono MOLTO, MOLTO più forti di quello che sembra vedendoli da fuori.

Per i soldi, ho capito da qualche anno quanto lavoro ci sia dietro chi i soldi ce li ha e quanto talento e studio ci siano dietro un lavoro o un’impresa di successo.

Non sono stato quindi immune a questa piaga dell’invidia. Come ho risolto una volta per tutte?

Mentori.

Ho trasformato queste persone in mentori buoni e mentori cattivi. Tutte queste persone hanno una biografia che include scelte buone e cattive, tratti caratteriali buoni e cattivi, errori e scelte di dubbio gusto, decisioni geniali e di grande successo.

Cosa sono tutte queste cose? INFORMAZIONI.

Già: sono informazioni utili. Cosa ha sbagliato chi è arrivato lì dove voglio arrivare io? Cosa ha fatto di buono? Cosa ha studiato e come ha utilizzato quegli studi? Che lavori ha fatto prima di arrivare dov’è? Che esperienze ha fatto oltre al lavoro? Quante lingue parla? Dove abita?

Non è MAI un caso se una persona è in una posizione di successo e noi non ci siamo. Ci sono sicuramente dei fattori che noi non conosciamo e, prima li conosciamo, prima possiamo renderci conto che non ha senso provare invidia.

Bill Gates, per esempio, è Bill Gates un po’ perché è un genio, ma un po’ perché ha avuto accesso ai primi computer seri della storia… nella sua università. Altri, che non stavano nella sua università, quella possibilità non l’hanno avuta. Pensare di poter diventare BG solo sapendo programmare è stupido e sarebbe ingiusto rimuovere questa opportunità gigantesca che lui ha avuto dalla sua biografia.

Trasforma le persone che ami, odi, invidi in mentori: studiali a fondo e costruisci la tua persona e il tuo percorso sui passaggi utili che scopri nelle loro storie.

Ti faccio un esempio specifico che riguarda me e il mio lavoro: ci sono dei formatori IMBARAZZANTI nel mio campo, che però fanno milioni di euro e hanno seguiti giganteschi. Il loro lavoro fa pena, ma sono in grado di raggiungere le persone che cercano e fargli credere di avergli dato qualcosa.

Questi sono GENI. Naturalmente io li schifo, perché sono al limite della truffa, ma è indubbio che abbiano una grande abilità nel marketing e nella comunicazione. E quindi, siccome l’invidia non mi serve a niente, cosa faccio?

Studio e applico, studio e applico, marketing e comunicazione. Fine del discorso e fine dell’invidia.

La tua strada fuori dall’invidia

C’è un’altra “piccola” cosa di cui tenere conto per liberarsi dell’invidia. La TUA strada. Sì, perché per quanto ti possa piacere il percorso di Elon Musk, Deepak Chopra, Cristiano Ronaldo o Cristiano Malgioglio, loro sono loro e tu sei tu.

Loro non potranno mai fare ed essere quello che puoi fare ed essere tu. Da loro impara le skill che ti servono, e poi crea te stesso. Questo è l’unico modo vero per superare il problema dell’invidia.

Se vuoi cominciare a costruire un percorso tuo che tutti ti invidieranno (sperando che poi da te imparino, invece che invidiarti e basta), ho creato un breve minicorso gratuito che si chiama CORE, che serve proprio a iniziare questo viaggio nella nostra strada.

Se lo vuoi scaricare, trovi il link in fondo alla pagina.

Io ti invito a trasformare le persone che sono dove vorresti essere tu in mentori, studiarli e poi costruire il tuo “brand unico”.

Ti abbraccio e ci sentiamo alla prossima.

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