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Relazione tossica: come liberarsene.

Severino Cirillo 

Le relazioni, croce e delizia della vita, ci portano a scegliere o subire le persone che ci circondano e può capitare di incappare in una relazione tossica. Lo metterei tra virgolette, in realtà perché anche questa definizione è frutto di mode linguistiche opinabili, ma fa la sua funzione per descrivere un certo tipo di relazioni e può semplificarne la comprensione.

Tutti noi siamo capitati almeno in una relazione tossica, che fosse con un amico, un partner, un familiare o un collega. È inevitabile, purtroppo, a meno che non ci isoliamo dal mondo (ma a quel punto potrebbe essere nostra la relazione tossica con il resto degli esseri umani).

Vediamo un po’ come destreggiarci nel mondo delle relazioni e liberarci di tutto quello che ci danneggia, partendo da un assunto importante: nessuna relazione è obbligatoria.

Come capire che una relazione è tossica?

Troverai un sacco di definizioni di relazioni tossiche se fai una ricerca su internet, ma in realtà è abbastanza semplice capire quando una relazione è tossica: ti toglie energie e genera malessere con costanza.

Se partiamo dall’assunto precedente, ovvero che nessuna relazione è obbligatoria, instaurare una relazione che ti fa stare male e che ti toglie energie che potresti impiegare in modo costruttivo è un problema da risolvere.

Prima dobbiamo però capire perché le persone stanno in relazione con le altre.

A cosa servono le relazioni

Le relazioni umane sono necessarie alla nostra sopravvivenza (la solitudine è il miglior predittore di morte prematura) e sono anche necessarie per una vita soddisfacente e per raggiungere la felicità. L’umano si è evoluto per creare società complesse in quanto il nostro corpo non era all’altezza di quello dei predatori. Le tribù e poi in seguito le società ci facilitavano la sopravvivenza garantendo una suddivisione dei compiti: c’era sempre qualcuno che faceva la guardia, qualcuno che procurava il cibo al gruppo, qualcuno che lo guidava e qualcuno che si occupava della prole.

Poi si sono moltiplicati i lavori e le ricchezze della società, le relazioni hanno praticamente permesso a noi umani di essere quello che siamo: umani.

Per questo sono necessarie: tutto il nostro sistema neurologico è costruito intorno alle relazioni sociali. Non averne ci causa sofferenze indicibili e siamo dunque mossi anche dall’istinto a non restare completamente isolati.

Questo però può portare a diversi problemi.

Perché la gente si fa del male stando in relazioni tossiche?

Il bisogno intrinseco di essere connessi (che hanno anche i più introversi di noi, per quanto spesso predichino l’opposto) ci porta a cercare queste connessioni, anche in maniera inconsapevole. È qui che, però, l’istinto si scontra con la complessità: potremmo non essere educati a gestire i nostri istinti. E quindi potremmo sentire il bisogno di legarci a persone che invece che arricchirci, finiranno per distruggerci. Questo è un problema terribilmente comune di educazione emozionale mancata (grazie famiglie e scuole italiane!) che porta a non comprendere una verità tanto semplice quanto fondamentale: la nostra sopravvivenza non è più legata alla tribù.

O meglio: nella società attuale possiamo sceglierci la nostra tribù. Possiamo scegliere singolarmente, in tutto il mondo, SOLO le persone che arricchiscono la nostra vita e aumentano il nostro benessere.

Non siamo più legati alla prossimità, ma abbiamo a disposizione quasi tutta l’umanità, grazie alle tecnologie con cui conviviamo ogni giorno. Però non sempre questo è immediato. Potremmo ritrovarci in qualche relazione abusiva e non riuscire a uscirne. Perché succede? Perché questa relazione soddisfa dei bisogni inconsapevoli di connessione o di conferme che sono nascosti da qualche parte dentro di noi.

Per questo uscirne può spesso risultare impossibile o comunque molto doloroso: le relazioni piantano radici più o meno profonde in entrambi i soggetti, c’è sempre un prezzo da pagare per spezzarne una. Si tratta di capire se la libertà e la felicità valgono quel prezzo.

Nel 99.9% dei casi, la risposta è sì.

relazione tossica

Come ci si può curare da un amore tossico?

L’amore tossico non esiste: semplicemente non è amore. Se sei in una relazione che non ti rende felice, non sei nella relazione giusta. Uno di voi due non è pronto per avere una relazione, ma è sicuramente pronto ad avere una co-dipendenza (che è il tipo di “relazione” in cui vi trovate). Come riconoscere una co-dipendenza? Semplicemente le due persone sono costrette a rendere l’altro infelice in uno o più modi, generalmente stereotipati e perfettamente prevedibili in cambio di un patto nascosto: nessuno dei due permetterà all’altro di crescere e diventare libero.

Ricorda, è un patto nascosto. Una volta che questo patto viene alla luce, qualcosa cambia e generalmente accade una di queste due cose:

  • La relazione si interrompe
  • La relazione si salva se entrambi riconoscono il problema e decidono di diventare persone “complete”

Interrompere il loop però non è semplice: si va infatti a interrompere la linfa vitale del bisogno inconscio dell’altro. Questo spesso porta a ricatti, manipolazioni e manifestazioni di. rabbia o tristezza violente. Ricorda che le azioni e reazioni di una persona sono esclusiva responsabilità di quella persona, non tue.

Relazione sana: l’opposto della relazione tossica

Una relazione sana è semplice (non facile, attenzione): richiede che entrambi possano essere pienamente se stessi, rispettati per quello che sono e non quello che “vorremmo che fossero”. C’è completa accettazione, onestà, libertà, ascolto e, soprattutto DARE.

Ho detto che è semplice, ma ovviamente non è facile: richiede molti presupposti personali che quasi mai si presentano. Le relazioni sane non sono impossibili, ma sono piuttosto rare. Questo perché rare sono le persone che hanno ricevuto abbastanza educazione emozionale e pochissime hanno esperienza e formazione su come si gestiscono le relazioni.

Inoltre spesso le persone si dimenticano che in una relazione l’apporto non è 50-50, ma 100-100. IO sono responsabile del mio 100%, l’altra persona è responsabile del suo 100%.

Non esiste meno del 100% a testa.

Questo è il modo di costruire relazioni sane: prendersi cura del proprio 100%.

Ho creato una masterclass live per cominciare a costruire relazioni migliori. Se vorrai partecipare, puoi iscriverti qui. Quello che conta è che ti ricordi di una cosa: le relazioni sono fatte per stare MEGLIO che da soli. Se non hai relazioni che portano a quel risultato, è ora di cambiare un po’ le cose.

Per il meglio, ovviamente!

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