“Non sono felice”: magari non ci hai mai pensato con queste esatte parole, ma sai esattamente di cosa sto parlando. Da anni combatti con l’infelicità più o meno latente e non sai come uscirne. Magari ti sei persino convinto che sia la normalità o una condizione ineluttabile.
Per fortuna, però, non è così. Si può essere felici ed è anche relativamente semplice. Basta sapere come fare ed evitare errori e, specialmente, abitudini dannose. In questo articolo vediamo quali sono i motivi principali per cui ti viene da dire sono infelice.
Come non essere infelice.
La prima cosa di cui tenere conto è la questione abitudini: potrebbero esserci molte cose che facciamo, diciamo e pensiamo in automatico che vanno a diminuire il nostro livello di felicità percepita. Per esempio, un dialogo interiore spezzettato e troppo severo, un continuo giudizio sulla realtà, una forma fisica non ottimale, mancanza di sonno e connessioni sbagliate con le persone sbagliate possono essere drammatiche su di noi.
Sembra poco, ma prova ad immaginare una giornata di questo tipo:
Ti svegli e pensi: “Madonna, così presto?”. Hai gli occhi pesanti, perché hai dormito mezzora in meno di quello che ti serve e devi costringerti a preparare una colazione veloce perché devi correre al lavoro. Esci e ti tagliano la strada in tre. Non ti fai mancare qualche insulto amorevole verso quei deficienti che ti fanno rischiare inutilmente la vita. Poi arrivi al lavoro, sbuffi e dentro di te pensi: “Non vedo l’ora di tornare a casa”.
Il momento più bello della giornata è la pausa pranzo, perché stacchi dal lavoro di cui interessa poco. Solo che, quando ti metti a parlare con i colleghi, i discorsi rimangono sempre su discorsi leggeri, di cui ti interessa altrettanto poco. Almeno sono divertenti, ma se potessi evitare non li incontreresti.
Finite le 9 ore di lavoro, di cui una gratis perché gli straordinari finiscono in un fantomatico monte ore, torni a casa stanco e demotivato e non hai nemmeno voglia di allenarti perché quelle ore ti sono sembrate 30.
Non c’è nemmeno bisogno di finire di descriverla, perché la giornata è già terminata. Cosa non va in quella giornata? Vediamolo subito:
- Dialogo interno “rotto”
- Frequentazioni poco stimolanti
- Lavoro non mosso da motivazione intrinseca
- Energie spese in attività a somma negativa
- Tempo sprecato
One life only.
Questa routine potrebbe essere qualcosa che va avanti da anni. Nella maggior parte dei casi lo fa. Una volta entrati in un “tunnel” spesso ci muoviamo per inerzia e per invertire la rotta o semplicemente cambiarla serve uno sforzo immane. Sforzo che non solo dobbiamo pianificare, ma anche eseguire. E che richiederebbe grande coraggio, organizzazione, energie in eccesso e supporto da parte di chi è vicino a noi.
Per questo, così spesso, ci troviamo invischiati in un movimento perenne verso una direzione che nemmeno ci somiglia, fin quando non ci ricordiamo nemmeno dove volevamo andare. Però quest’inerzia si può contrastare con un metodo abbastanza semplice: allo specchio, ricordarci che abbiamo una vita sola e che non è troppo tardi.
Inizia la guerra
Mettiamo anche il caso che tu questo pensiero lo abbia già fatto. Mettiamo il caso che tu qualche passo verso una vita diversa lo abbia già compiuto, cosa è successo? Hai cominciato a incontrare ostacoli: che fossero competenze, persone vicine a te che si chiedono che cosa ti stia succedendo (facendoti sentire sbagliato o in colpa), difficoltà dovute alla logistica del cambiamento… e così hai rallentato. Magari ti è mancata la motivazione e per ritornare in movimento nella direzione giusta ne hai assoluto bisogno.
Ma le relazioni che hai e la routine quotidiana ti drenano di energia e voglia, fin quando torni a spegnerti e picchiare la testa contro il muro delle vecchie abitudini.
Può anche darsi che i tuoi sogni siano grandi, in quel caso preparati ancora di più ad essere isolato: ti diranno che devi mettere la testa a posto, che devi tenere i piedi per terra, che quello che sogni è utopia o è impossibile, che stai sbagliando, che non devi pensare in quella maniera ma in questa… qualsiasi cagata che possa in qualche modo convincerti a non metterli in difficoltà.
Eh sì, perché la tua libertà li metterebbe di fronte a una cruda verità: anche loro non si occupano più di vivere e sognare, ma di sopravvivere e a malapena resistere.
Un “eroe” come te non è quello di cui abbiano bisogno in questo momento. Meglio il quieto (soprav)vivere.
Loop dell’infelicità
A questo punto, come se non bastasse, cominci a dubitare della qualità delle tue idee: pensi che sei un folle, che sei egoista, che preferisci vivere con la testa fra le nuvole, che non sei una persona seria, che devi crescere e diventare un adulto responsabile… tutte quelle puttanate che poi distruggono anche la tua autostima e la tua capacità di giudizio su chi sei e cosa sai e puoi fare veramente. Continui a pensare “sono infelice” e finisci per crederci, così cerchi di non scontrarti più con chi ti è vicino, ti tieni per te le tue idee, rimandi quelle avventure che tanto ti piacerebbe fare… e il corpo inizia a decadere.
Così anche se una parte della tua anima vorrebbe ancora di nascosto occuparsi di rincorrere quelle avventure, il tuo corpo comincia a rispondere di meno. E così pensare di attraversare un mare in barca a vela diventa un’impresa più complessa, camminare sulle montagne richiede molto più allenamento (per cui tu non hai tempo e energie) e così rimandi ancora. Mentre il tuo corpo continua a decadere, anche se tu te ne occupi. Ma l’età non torna indietro MAI.
Non c’è nessun’altra alternativa a vivere ORA.
Piccole modifiche, grandi cambiamenti
La nostra vita è letteralmente una serie infinita di automatismi: se interveniamo su quegli automatismi, siamo in grado di innescare un grande cambiamento in un tempo relativamente ristretto. Ma dobbiamo anche immergerci in un contesto che ce lo permetta.
Pianteresti mai un seme nel catrame? Se non sei scemo, probabilmente no. Sceglieresti un terreno che possa accogliere e nutrire quel seme. E allore perché non fai lo stesso per la tua mente, il tuo corpo, le tue relazioni e i tuoi sogni?
Non puoi pensare di ottenere nulla senza aggiungere qualità in questi quattro ambiti. E sì, ci vogliono tutti e quattro, non puoi fuggire da questa cosa. Con corpo e mente a posto, non puoi trovare la felicità nell’isolamento e senza una ragione di vita.
Con una ragione e dei buoni amici e l’amore, non puoi credere che sarai felice a mente impazzita e corpo che piano piano marcisce mentre sei ancora vivo.
Tutti questi quattro fattori sono fondamentali. Un piccolo cambiamento in ognuno può letteralmente ribaltare la tua vita e permetterti di raggiungere un livello superiore. Può portarti ad essere più felice.
Può portarti ad essere felice.
Come iniziare?
Ogni percorso inizia con un primo passo, che non può essere altrove rispetto a dove sei ora. Per poter comprendere dove sei ora, e quindi il tuo punto di partenza, ho creato un minipercorso gratuito in cui ti farò delle domande su cui riflettere a fondo, per conto tuo. Una volta trovata una risposta a queste semplici domande, conoscerai bene il tuo punto di partenza e potrai iniziare il tuo percorso di cambiamento.
Se vuoi farti queste domande e vedere dove ti trovi adesso, entra pure in CORE.
Noi ci sentiamo alla prossima.