In questo articolo affrontiamo un argomento tabù, specialmente per l’italiano medio: il lavoro dei sogni.
Per troppi italiani la vita dev’essere una fatica, una sofferenza, per potersi alla fine godere la pensione. Vediamo quante idiozie ci sono in questo ragionamento che non contempla minimamente la realtà degli anni ’20 di questo millennio.
Reddito e lavoro
L’italiano ha nel DNA una dissonanza concettuale: collega il reddito al lavoro. Per l’italiano medio, il lavoro è l’unico modo di ottenere del denaro. Se non è lavoro ci sono solo altre due fonti: rubare e vincere alla lotteria.
Per ogni altro tipo di entrata, non esiste una casella cerebrale: semplicemente vengono eliminate dall’insieme delle possibilità. Concetti come diritto d’autore, rendite immobiliari o di capitali, interessi, affitti e commercio non sono compresi nel concetto di lavoro.
Anche perché non tutti lo sono. Le rendite, per esempio, sono entrate non legate al lavoro, almeno non direttamente. Gli affitti nemmeno.
Eppure sono entrate. Ma l’italiano fatica a figurarsi che si possano avere diverse fonti di entrate, da origini diverse, con forme diverse. È proprio troppo difficile ed entra in modalità negazionismo:
Non lavori in ufficio, fabbrica o cantiere? ALLERTA.
Ci dev’essere per forza qualcosa che non va. Oppure non lavori. Oppure stai truffando qualcuno.
Cosa succede se fai un lavoro “atipico”
Immagina di lavorare da casa, da ben prima del lockdown. Immagina di lavorare online, di avere una community e di monetizzare questa community.
Questo significa, per esempio, passare giornate intere a:
- Pensare a piani editoriali
- Fare grafiche
- Studiare marketing e digital marketing
- Creare contenuti scritti, grafiche, video
- Fare l’editing di quei contenuti
- Pubblicarli
- Gestire le conseguenti reazioni della community
- Creare sistemi di acquisizione utenti
- Costruire, accrescere e curare una mailing list
- Sviluppare un sito web e, molto probabilmente, un ecommerce
- Creare contenuti a pagamento
- Vendere attivamente e passivamente questi prodotti
- Fare il customer care di questi acquisti
E un miliardo di altre cose.
Però sei a casa. Però ti svegli quando vuoi. Però non hai orari. Ti fai il caffè con la moka e fai colazione sul terrazzo.
“Ma trovati un lavoro serio!”
Però, guarda caso, da questo lavoro tiri fuori:
- Collaborazioni retribuite
- Occasioni di public speaking
- Diritti d’autore sull’uso dei tuoi prodotti
- Commissioni di affiliazione
- Tempo
Ma per l’italiano non stai lavorando, perché non sei in ufficio o in fabbrica o alla peggio, un piccolo artigiano.
E invece.
Perché ho fatto queste premesse? Perché probabilmente sei circondato da persone che credono in queste pu**anate. E magari hai finito per crederci anche tu.
E dunque cosa succede se credi a una visione così ristretta e distorta del mondo reale? Che non ti accorgi di com’è fatto davvero il mondo reale. E tutto il tuo modo di pensare è influenzato da una ristrettezza di orizzonti.
Vuoi lasciare il tuo lavoro perché ti fa schifo, stai perdendo tutti i capelli e hai l’ulcera e vuoi trovare il lavoro dei sogni?
- “Sei pazzo a lasciare un lavoro “sicuro”!”
- “Dovrai mandare millemilioni di curriculum” (magari quella feccia dell’Europass)
- “Non avrai mai la penzzione!!!!”
- “No, non farlo! Penza ai figli e a mammà!”
Figurati se si può avere la libertà di vivere la propria vita come si vuole! Dopotutto come potrebbe mai esistere un intero e gigantesco mercato di opportunità online o creative?
“È impossibile!” dice il tuo collega appena dopo aver staccato da Instagram e averti raccontato della nuova serie Netflix.
Ti svelo un segreto.
Lo so, lo so che dentro di te lo sai già: il lavoro dei sogni si può fare. Ci sono talmente tanti nuovi lavori e tante possibilità che rinchiudersi in una visione della vita vecchia di 60 anni ti porterà solo a una cosa: rimpianti.
Il tempo che hai ora, la tua giovinezza, le tue energie: mancheranno tutti fra 40 anni, quando ti diranno che l’INPS è fallita e non potrà erogarti i 400 euro di pensione che hai maturato.
I valori e le realtà che conoscevamo negli anni ’60 non sono più quelli di oggi. E questo è un bene. Infatti, rispetto agli anni ’60:
- è molto più semplice cambiare settore e trovare il lavoro dei sogni
- è molto più semplice ed economico raggiungere i clienti
- ci sono molte più opportunità che non richiedono mutui e grandi investimenti fisici
- ci sono molti più soldi a disposizione
È vero, quest’ultima potrebbe sembrare falsa, ma in realtà la ricchezza complessiva del mondo è lievitata negli ultimi ’60 anni e siamo in un mondo in continua evoluzione, con grandi cambiamenti sempre disponibili e, insieme ad essi, le opportunità.
Così tante, in effetti, che rispetto a 60 anni fa possiamo permetterci di scegliere cosa VOGLIAMO fare e non prendere qualsiasi cosa ci passi “il mercato”.
Eh, ma c’è la crisi! Addio lavoro dei sogni?
Se vuoi farti un favore gigante, leggiti Factfulness di Hans Rosling e scopri come, in realtà, la nostra percezione del mondo reale sia completamente errata: siamo nel mondo più pacifico, ricco, sicuro e prospero della storia dell’umanità.
La crisi è solo un pretesto: non c’è.
Sicuro, c’è la complessità. Ma complessità e crisi non sono sinonimi.
Ripeti con me: la crisi non c’è. Per sua natura, la crisi è un momento di transito.
Se diventa la normalità, non è più crisi: è lo stato delle cose.
E “la crisi” è un problema sistemico, se esiste. Non è qualcosa su cui possiamo agire e quindi è inutile pensarci e tenerla in ballo come variabile. Non serve, la crisi, per le nostre scelte.
Tanto stasera, domani, dopodomani dovremo sempre e comunque mangiare, avere un tetto sopra la testa, bere acqua pulita e respirare. Questo, che ci sia una crisi o no.
Non è una variabile interessante.
Come si trova il lavoro dei sogni?
Fatte tutte queste premesse, necessarie per ciò di cui parleremo ora, possiamo parlare del vero motivo di questo articolo: come si trova il lavoro dei sogni?
Cominciamo con il cambiare prospettiva, come all’inizio: non è un lavoro, ma un’esperienza. Cosa intendo? Facciamo subito un esempio pratico.
Vendevo mobili, 10 anni fa. Quindi ero un “arredatore”.
Il mio lavoro era l’arredatore.
In cosa consisteva lavorare come arredatore?
- Recarmi al negozio
- Preparare il mio spazio in negozio, dove avrei accolto i clienti
- Camminare per il negozio in senso contrario a quello del cliente
- Intervenire con un’osservazione neutra quando un cliente guardava o toccava un mobile
- Accompagnare il cliente ricettivo in giro a mostrare alternative alla sua ricerca
- Sedermi con il cliente a progettare la soluzione ideale
- Disegnare a mano il mobile
- Creare preventivi o ordini con il gestionale e stamparli
- Uscire a misurare la casa del cliente
- Completare l’ordine con i singoli pezzi nel gestionale e spedirli ai fornitori
- A fine settimana cambiare tutti i prezzi del negozio a seconda delle offerte
- Durante la pausa pranzo potermi riposare sui divani dell’esposizione 🙂
L’arredatore è DECINE di esperienze diverse, alcune piacevoli, altre meno.
Alcune in linea con chi sono, altre meno.
Dunque, nel momento in cui cominci a ragionare sul lavoro che vorresti, pensa a questa domanda:
“Quale esperienza desidero?”
Pensa se volessi il lavoro dello psicologo.
Ti piace parlare con la gente? Aiutarla a stare meglio? Avere uno studio? Avere proprio il titolo di psicologo? Qual è l’esperienza che cerchi? Perché potresti trovarla in tantissimi lavori e ti risparmieresti 7 anni di università.
Cerca l’esperienza che desideri, non il lavoro. E questo è il primo passo.
La missione
Oltre all’esperienza è importante che dietro la scelta di un’occupazione o di una scelta imprenditoriale, vi sia una missione personale più grande di chi siamo. Perché questo è importante?
Perché ogni cosa che faremo includerà delle attività che non ci piacciono. Ti faccio un esempio, con questo stesso articolo. Io adoro scrivere, non a caso ho pubblicato 7 romanzi e centinaia di articoli.
Però, prima di pubblicare questo articolo dovrò cercare 3 o 4 foto (quelle che vedi pubblicate) e formattarle per il web. Una cosa tediosa che mi porterà via almeno mezzora.
È una delle tante cose che non farei se potessi scegliere, ma che è necessaria per il mio lavoro. Se mi basassi sulla semplice motivazione, non la farei mai.
Ma il mio progetto è a lungo termine e combacia con la mia missione di vita, per cui queste attività sono solo parte del progetto principale e mi permettono di non soffrirne molto.
Avere una missione, riconoscerla e onorarla è il modo migliore per evitare blocchi. Senza missione, game over.
Da dove comincio per trovare il lavoro dei sogni?
Capisco che possa sembrare difficile. Ma da qualche parte tocca cominciare. Per semplificarti la vita, ti ho preparato un piccolo documento che ti aiuterà a fare delle riflessioni importanti e indirizzarti verso il tuo lavoro dei sogni.
Lo trovi qui sotto l’articolo.
Se conosci qualcuno che ha bisogno di sentirsi dire queste cose, fagli pure leggere queste parole.
Noi ci sentiamo alla prossima.