Ammettiamolo: la quarantena è stata uno shock.
Che tu sia tra i fortunati come me che ha potuto passarla in compagnia e senza grandi cambiamenti per la quotidianità, o tra i più sfortunati che hanno dovuto vivere un isolamento estremo e perdere il lavoro, entrambi siamo stati colpiti.
Gli effetti di questo colpo, se non sono già arrivati, si presenteranno.
Dentro di noi è cambiato qualcosa: ci è stato mostrato che la normalità non esiste.
Cosa intendo?
La normalità è pura statistica, convenzione.
Dopo qualche settimana, avrai notato, la quarantena era normalità e i runner degli untori criminali (io stesso l’ho pensato diverse volte, lo ammetto).
Viviamo un’eterna illusione, a cui diamo definizioni conosciute.
Ma non è solo questo che voglio dirti con questo articolo.
Non avrai più la vita di prima della quarantena.
Qualunque sia la tua situazione “logistica”, non ci sarà più quello che c’era fino a Febbraio 2020.
Certo, riprenderemo una quotidianità libera dal virus, forse.
Ma adesso sappiamo che una cosa come questa è possibile. Non solo, è probabile.
Ci sono cose che ci faranno un po’ più paura: andare allo stadio, persino andare in vacanza. In periodi epidemici, avremo sempre un po’ di malfidenza nei confronti delle persone, persino di amici e familiari.
È una cosa terribile a prima vista. Ma ora proviamo a guardare dall’altro lato dello specchio.
Perché la quarantena è stata un punto di svolta, e possiamo decidere noi da che parte svoltare.
Chi sono davvero? La mia identità.
La prima cosa che avrai notato, se hai avuto la fortuna di avere il tuo lavoro bloccato dalla quarantena, è stata che tu esisti per molto più tempo.
Non avere il lavoro di mezzo ti ha costretto ad accorgerti che di tempo ce n’è tanto e che, magari, non hai proprio idea di come usarlo.
Probabilmente ti sei annoiato e hai cercato intrattenimento e compagnia (forse su Zoom, se sei rimasto solo e lontano dalla famiglia).
Magari ti sei ritrovato 24 ore al giorno in casa con una persona che pensavi fosse tuo partner e che invece hai scoperto non conoscere per niente.
Di sicuro, l’esserti trovato di fronte a obblighi imprevisti e a una limitazione delle tua libertà, ti ha costretto ad affrontare due cose: il tuo corpo e la tua mente. Ultimi baluardi che nessuno può comandare all’infuori di te.
O che, in quarantena, hanno iniziato a comandare.
Voglio davvero vivere così?
Poi, forse, dopo il primo shock, è tornata un po’ di creatività: cosa fare di tutto quel tempo? Suonare, creare, fare il pane, la pizza, cucinare, esercitarmi anche se in casa, fare bambini.
Il tempo in eccesso, una volta superata la noia, è tornato ad essere una risorsa, un piacevole supporto: il tempo esiste, cavolo. Hai voglia a dire “non ho tempo”!
Senza il lavoro a mangiarcelo, possiamo scegliere cosa fare delle nostre giornate.
E i nostri standard cambiano. Finché arriva un momento in cui non possono più tornare indietro.
Il prima e il dopo quarantena
Oggi ne siamo fuori, almeno per un po’. Ci troviamo in un paese in cui la vita sta ricominciando.
Tanti di noi hanno perso il lavoro o lo perderanno. Tanti altri, invece, non vogliono più quello che avevano prima.
Hanno magari scoperto lo smart working e si chiedono a che cosa serva fare 40 km al giorno per andare in ufficio. Si chiedono a cosa serva occupare sette ore per cose che, per essere fatte, richiedono quattro ore.
Forse hanno capito che, in realtà, odiano quel lavoro e gli viene da vomitare al solo pensiero di rientrare.
E ci vanno solo perché adesso hanno bisogno di soldi.
Ma se solo ci fosse un’alternativa…
L’alternativa c’è.
Magari non esiste ancora, nella pratica. Ma quell’alternativa c’è. In un articolo precedente, ti invitavo a riflettere su quanti anni ti rimangono e se fosse troppo tardi, su quante cose si possono fare in questi anni.
Adesso stai cominciando a guardare la vita in modo diverso e forse stanno riaffiorando passioni che avevi dimenticato, desideri che avevi lasciato ammuffire e che il tempo ti sta sbattendo in faccia dicendoti:
“Allora, brutto st**** la smetti di ignorarli?”
Bene, hai una grandissima occasione adesso.
Tanto, che tu lo voglia o no, la tua vita cambierà lo stesso.
Probabilmente il tuo lavoro cambierà, o non ti piacerà più ed è meglio essere preparati.
Quasi tutti saremo destinati a diventare dei freelance, ma questa è un’altra storia.
Per ora parliamo solo di una cosa:
dominare il cambiamento e non farsi schiacciare.
Cambio prima io.
La trasformazione radicale è già in atto, perché subirla passivamente?
Hai sicuramente delle buone idee, sei una persona brillante. Se non ti sembra di esserlo, be’ ti stai sbagliando.
Sei una persona brillante, e devi solo fare in modo di accenderti.
I modi ci sono e se vuoi una mano io sono sempre disponibile (in un modo o nell’altro).
Per adesso facciamo così:
prendi atto che puoi anticipare i cambiamenti.
Puoi agire prima di rimanere travolto.
Facciamo un gioco.
Ti illuminerà un pezzo di strada, te lo prometto.
Cominciamo a far lavorare le idee per noi.
Scarica qui sotto l’esercizio e noi ci sentiamo alla prossima.